Il ritorno di De Biasi: Atalanta in pole ma se noi ripetiamo l’andata siamo in A

TORINO. Eccolo, il primo vero botto del mercato cadetto: aspettando Zampagna all’Atalanta (il Messina in cerca di un rimpiazzo ha congelato l’operazione), registriamo Zauli dalla Samp al Bologna. Bel colpo, sulla carta, per i rossoblù alla disperata caccia del rilancio. Le altre big per il momento lavorano sotto traccia. Il Toro, soprattutto. Prima dell’apertura ufficiale della campagna invernale ha già portato a casa l’esterno di centrocampo Ferrarese (liberato dal Cagliari), ma le priorità di De Biasi riguardano altri reparti. Ovvero difesa e attacco, laddove l’organico granata è più carente.

Nessuna novità di rilievo, ieri. Per il difensore centrale il ballottaggio sembra ristretto a Lorenzi e Franceschini. Prima di puntare decisamente sul primo, che a Treviso non gioca da 3 mesi e arriverebbe di corsa in granata, il Toro vuol provare a mettere le mani sul secondo, titolare fisso nella Reggina. Stallo anche sul fronte-Marazzina, la pista più calda in prima linea. Damiani, il procuratore del Conte Max, è in vacanza a New York e il Siena non ha alcuna intenzione di regalare il giocatore a Cairo, dopo avergli concesso un bel triennale e puntato molto su di lui. «La questione è delicata – assicura il ds bianconero Perinetti -. Marazzina vuol tornare in granata? Troppo semplice. E noi con chi lo sostituiamo? Sto aspettando di sapere che cosa ci dice il Toro. Senza contare che Massimo ce l’hanno chiesto altri, in serie B».

Probabilissima una decisione rinviata ai primi giorni del 2006. Lo stesso dicasi per la questione-Filippini. Confermato l’interesse granata per i gemelli centrocampisti del Treviso. I veneti, però, sarebbero disposti a mollare soltanto Emanuele, entrato in aperta polemica con i tifosi della Marca dopo il gol segnato al Lecce e accompagnato da una rabbiosa esultanza. Affare fattibile, non solo perché l’agente del bresciano è lo stesso che tratta col Toro anche Lorenzi. De Biasi, intanto, aspetta e spera: «La società sa che cosa mi manca… Chiunque arrivi, l’importante è che abbia lo spirito giusto. Se poi è un giocatore straordinario, tanto meglio. Io, comunque, ho già cominciato a pensare al Pescara. A come affrontarlo il 7 gennaio con gli uomini che ho a disposizione».

Non tantissimi, considerando il ko di Ungari, le squalifiche di Stellone, Ardito e Martinelli più Muzzi difficilmente recuperabile. «In effetti – conferma il tecnico -, dei 24 uomini in organico nell’andata hanno giocato in 15. C’è la necessità di allargare il gruppo e di aggiungere più qualità possibile in vista di 21 partite che si annunciano ancora più difficili. L’auspicio è che una maggior concorrenza interna, sana e onesta, possa esserci di grande aiuto. Ai miei cerco di far capire che è più importante partecipare a un progetto vincente giocando magari meno piuttosto che essere titolari inamovibili in una realtà meno stuzzicante».

Il progetto granata ha un obiettivo chiaro: la serie A. E De Biasi ha già individuato l’avversaria più tosta («L’Atalanta: ha un organico di primissimo ordine e se arriva anche Zampagna…») e la parola da bandire nei prossimi mesi («Playoff: non ne voglio sentir parlare. Oggi firmerei solo per il 1° posto»).

Intanto, ieri il Toro è tornato a sudare dopo una settimana di vacanza. «Io, però, non ho mai smesso di pensare alla mia squadra – giura De Biasi -. Ho ripassato un’andata straordinaria, dal rendimento costante nonostante la lieve flessione delle ultime partite. Ho riassaporato la vittoria di Cremona, pesantissima, di quelle che alla fine potrebbero davvero fare la differenza. Ho fatto anche due conti: altri 39 punti nel ritorno dovrebbero bastare per salire. Il problema è che ripetersi adesso sarà più complicato: ci aspettano 21 sfide combattutissime, logoranti, nelle quali la differenza la faranno sempre più le giocate individuali».

Per questo, De Biasi si attende da Cairo qualche regalo importante, di qualità. «Anche se per esperienza so che il mercato di gennaio non ha mai stravolto i valori. L’unica eccezione forse fu l’arrivo di Recoba al Venezia». Da escludere un terremoto simile su questa serie B.

di Roberto Condio

Fonte: La Stampa