“SOPRA LA PANCA” DOVE CI ERAVAMO LASCIATI: SPAGNA-OLANDA di Gianni De Biasi
Nella finale di Città del Capo 2010 ha vinto in modo netto la Spagna e tra le due squadre si è notata una differenza sia sul piano della freschezza atletica, che nella qualità del gioco e delle occasioni.
Se da un lato l’Olanda ha ringiovanito e rinnovato la squadra, con l’arrivo di Van Gaal, dall’altra parte del campo l’avversario è sempre uno dei favoriti per la vittoria finale.
La Spagna Campione d’Europa 2008 e 2012, Campione del mondo uscente, dovrà spartirsi il peso del pronostico con altre tre-quattro contendenti, anche se l’esperienza e l’abitudine a vivere da protagonisti negli ultimi anni, aiuterà gli spagnoli a lottare per confermarsi leader in questo Mondiale. La forza del gruppo, forte in passato del contributo dei soli “blocchi” Barca e Real Madrid, oggi può contare anche su quello dell’Atletico Madrid, che dopo un’annata da incorniciare propone volti nuovi per la Nazionale di Vicente Del Bosque. Fra tutti il “brasiliano” Diego Costa che oggi giocherà a 290 km dal suo paese natale Lagarto, e che nell’ultima parte della stagione ha dovuto fare i conti con qualche problema fisico. A completare il gruppo dei giocatori dell’Atletico, ci sono anche David Villa, che per infortunio ha dovuto disertare l’ultimo Europeo e Koke, giocatore duttile e che sa trovare la via del gol nei momenti decisivi del match, eJuanfran, giocatore lineare ma con un rendimento costante.
Il Tiki Taka spagnolo si avvale di interpreti di grandissimo livello tecnico come Xavi, Iniesta, Alonso, Martinez che molto spesso, mette con le spalle al muro gli avversari, che subiscono il possesso palla fatto di una ragnatela di passaggi corti finalizzati alla ricerca di spazi nelle zone nevralgiche del campo. E’ una rosa completa quella spagnola, formata da un mix di giocatori fantasiosi e pratici, che giocano nei più grandi clubs europei, e questo consente di avere varie opzione per forzare le difese avversarie.
Oggi partita d’esordio per entrambe, si vivrà la chiusura del mondiale scorso, da un lato la voglia di rivincita degli olandesi, da troppo tempo a secco di successi in una grande manifestazione, dall’altro, il peso di dover dimostrare che il tempo passa, che la voglia è sempre la stessa per provare a vincere e stupire tutti.
LA PARTITA
La maggior parte del lavoro è toccata a Luis Van Gaal, che ha ereditato la squadra dopo la disastrosa gestione di Bert Van Marwijk all’Europeo 2012, e che ha visto l’Olanda chiudere il girone all’ultimo posto.
Nelle ultime due gare di verifica prima del Mondiale, gli Orange si sono schierati con due sistemi di gioco differenti: contro il Ghana, il 31 maggio, hanno giocato con un 3-4-3 (5-3-2), mentre quattro giorni dopo contro il Galles hanno giocato con un 4-3-1-2.
Sono state due vittorie, contro avversari tutto sommato non molto impegnativi, e si sono viste buone trame di gioco con palla a terra, però c’è un’incognita da verificare…quanta forza mentale avrà questa squadra e quanto influirà il predominio dell’avversario sulla serenità gestionale del match. La difesa questa sera, molto probabilmente, si schiererà a 5, con Janmaat, De Vrij, Vlaar, Martins Indi e Blind da destra a sinistra, più due centrocampisti incontristi come De Jong (sicuro) mentre per l’altro protagonista c’è incertezza tra De Guzman e Clasie. I tre centrali sono forti fisicamente, Vlaar il più esperto, mentre il giovane Martins Indi ,abituato a giocare esterno difensivo sinistro, si adatterà nel ruolo di centrale. Gli esterni difensivi sono molto diversi, dinamico Janmaat del Feyenoord, molto meno con Blind, lui che abituato a giocare a centrocampo viene adattato a giocare sull’esterno di sinistra. In attacco a supportare la coppia ben assortita, Van Persie e Robben, ci sarà Sneijder: da loro dipenderanno le sorti della squadra olandese. Se Sneijder si allontanerà troppo dalla zona calda, il suo contributo sarà relativo, ma se riuscirà a lavorare bene tra le linee del centrocampo e difesa avversaria, allora potrebbe mettere a frutto tutte le sue qualità di rifinitore e di finalizzatore. Robben avrà meno lavoro sul piano del non possesso, ma dovrà sfruttare tutta la sua capacità di ribaltare le situazioni difensive in una nuova opportunità offensiva e per innescare il terminale offensivo Van Persie.
La Spagna come sempre dovrà avere pazienza nel provare ad abbattere il muro avversario, che presidia molto la zona centrale davanti l’area di rigore, e dovrà sfruttare gli inserimenti degli esterni offensivi e difensivi per aggirare la difesa arancione. In più la possibilità di mettere in campo molti giocatori freschi di qualità come Mata, Villa, Pedro, Fabregas etc., che consentono di variare l’assetto tattico della squadra.
Spagna: Casillas; Azpilicueta, Piqué, Ramos, J. Alba; Xavi, Busquets, Xavi Alonso; Silva,
D. Costa, Iniesta
Olanda: Cillessen; Janmaat, De Vrij, Vlaar, Martins Indi; Blind, De Jong, De Guzman (Clasey);
Sneijder; Robben, Van Persie
di Gianni De Biasi
“Sopra la Panca” – SportMediaset”