De Biasi: “Fedele al Toro” “Cairo? Ci siamo visti. E’ stata una bella serata”
Gianni De Biasi, sta preparando le valigie?
«No, veramente ho appena finito di disfarla. Sono rientrato da Madrid, per Mediaset Premium ho commentato Real-Bayern Monaco di Champions League. Perché mi fate questa domanda? ».
Perché radiomercato la associa puntualmente a qualsiasi panchina traballante, in A come in B La rivedremo presto in campo?
«Non credo proprio. Ho un contratto col Toro, intendo rispettarlo: è una questione di coerenza. E poi comunque sono ugualmente impegnato nelle vesti di seconda voce per le dirette tv: una bellissima esperienza dal punto di vista umano e professionale, anche perché particolarmente formativa. Giro l’Italia e l’Europa per vedere calcio: mi diverto e intanto mi aggiorno».
Pertanto sino a giugno niente panchina e soltanto una comoda seggiola in tribuna?
«Sì, è così. Ovviamente… giugno del 2008. Vedete, fa piacere sapere di avere sempre un certo credito. Sarei ipocrita se negassi di aver avuto contatti, nel frattempo; o se dicessi di ignorare le centinaia di lettere ed e-mail ricevute sul mio sito internet. Però non vedo perché dovrei cambiare idea: al Toro l’anno scorso ho dato tutto, passando oltre persino a vicissitudini personali pur di non far mancare il mio apporto e la mia professionalità alla squadra. Però poi sono stato mandato via senza una vera ragione. Per la mia famiglia questa situazione non è poi tanto spiacevole: passo più tempo a casa eppure riesco ad essere perfettamente integrato nel mio mondo, e costantemente informato su ciò che succede».
Tuttavia recentemente lei ha incontrato il presidente Cairo e il dg Tosi nell’ottica di rescindere il contratto col Toro.
«Ma siccome non se n’è fatto nulla, nulla è cambiato».
Non dica così: risulta che quell’appuntamento abbia comunque ristabilito un clima cordiale e sereno con il patron.
«Sì, è vero, è stata una bella serata. Siamo stati insieme per diverse ore, abbiamo parlato a lungo, e naturalmente non soltanto di calcio».
Magari lei ha anche finalmente compreso perché non è più l’allenatore del Toro… E’ una questione che l’ha fatta rosicare assai dall’ inizio di campionato in poi.
«Mi è stata data una spiegazione, ma in realtà non l’ho compresa. Ancor oggi ignoro le cause del mio esonero. Per fortuna il lavoro non manca, così questo mi permette di non pensarci più di tanto».
Per il digitale terrestre di Mediaset lavora molto?
«Commento una partita di campionato e in genere anche le sfide di Champions League. Martedi ero a Madrid, che è sempre un bello stadio per chi ama il calcio».
Cos’ha pensato quando le squadre sono entrate in campo? C’è stata un po’ di invidia per Capello?
«No. Primo perché non sono mai stato invidioso. Secondo perché non sarebbe esattamente il momento per provare quel tipo di sentimento verso Fabio: ha anche lui qualche problemino, mi sembra. Dopo una rapida occhiata allo spettacolo di quello stadio pieno d’entusiasmo, m’è subito caduto l’occhio sulle maglie del Bayern…».
Strano, vero? Sembravano quelle del Toro.
«Già. Me le ricordavo rosse, invece erano proprio granata».
Domenica dove sarà per la serie A?
«A Cagliari. Cagliari-Lazio. Si preannuncia una bella partita».
Destino canaglia…
«Perché? »..
Contro chi giocherà il Toro nel turno infrasettimanale di mercoledì? Il Cagliari, guarda caso.
«E vero… Non ci avevo pensato».
Pinocchietto… Le cresce il naso…
«Ma va là… cosa c’entra? Pura coincidenza».
Quantomeno beffarda…
«Tra anticipi e posticipi non è poi così strano».
L’ha seguito spesso il Cagliari?
«No, una o due volte, forse. Sono specializzato sulle milanesi, sono spessissimo a San Siro».
In Coppa potevano entrambe fare meglio.
«Il Milan è nettissimamente superiore al Celtic, passerà il turno. Soltanto giocando a ritmi impossibili da gestire gli scozzesi potrebbero mettere in difficoltà i rossoneri. L’Inter è inciampata in una partita strana. Ma un attacco con Ibrahimovic, Adriano, Crespo e Cruz, per non citare gli altri, non ce l’ha nemmeno il Chelsea di Abramovich».
Quindi l’Inter può vincere a Valencia?
«Può farcela, ha tutto per farcela. A patto di giocare la partita con grandissima attenzione».
E la Roma?
«Impegno severo, il Lione è squadra attrezzata e di ottima qualità. Però Totti e compagni avranno due risultati su tre: se fanno gol, lo scenario diverrà ancor più interessante».
Cosa c’è di particolarmente seducente in Europa?
«Il modello dell’Arsenal. Hanno puntato su giovani molto bravi, talenti perlopiù cresciuti in casa: il futuro è loro».
Un’operazione coraggiosa.
«Sì, però oculata. Per puntare sui giovani bisogna volerlo e poi avere la pazienza di farlo».
Sulle tribune d’Italia non l’abbiamo mai vista quest’anno a seguire il Toro. S’è nascosto bene?
«No, la domenica lavoro anch’io. L’ho visto negli anticipi e nei posticipi, ma sempre in tv».
Domani sera lo guarderà?
«Sarò già a Cagliari. Ma se potrò, un’occhiata la butterò volentieri sulla partita».
Se le chiedessimo un’opinione sul Toro?
«Restereste a bocca’asciutta. So stare al mio posto e quel che penso lo tengo per me».
Cos’è il Toro oggi per De Biasi?
«Esattamente quel che era ieri. L’unica differenza è che non è più mio».
Fonte: Tuttosport