De Biasi: “Toro salvo senza affanni”
Otto giorni al ritiro e un mercato senza squilli. L’umore di Gianni De Biasi che inclinazione sta prendendo?
«Sarei preoccupato se la campagna acquisti si chiudesse in queste ore. Visto che non è così, guardo al futuro con ottimismo».
Un ottimismo che resiste anche dopo la provocazione di Cairo?
«Il presidente ama il Torino e non ha intenzione di passare la mano. Penso che abbia voluto solo dare un messaggio alla piazza, far capire quelle che sono le sue strategie e il suo modo di agire. Nel calcio si fa mercato in due modi: o con i milioni a palate o usando l’intelligenza. A noi tocca la seconda. Spero che i tifosi abbiano recepito il segnale».
Cosa manca?
«Un difensore centrale, un esterno destro e l’attaccante. Più piccoli ritocchi».
Tre caselle vuote.
«Speravo che a una settimana dal ritiro il capitolo sul nuovo centravanti fosse chiuso, se non è così è perché la società vuole lavorare senza svenarsi».
Klasnic è l’uomo giusto per risolvere i problemi là davanti?
«Klasnic è un ottimo giocatore, sa fare tutto, ha esperienza internazionale, ha respirato l’aria di grandi eventi come gli Europei. Vedremo».
In fatto di numeri, l’attacco granata è al completo.
«Abbiamo sei bomber, ma ci manca il Borriello di turno. Un giocatore che ti regali dai 10 ai 12 punti in più in classifica».
Che modulo ha in mente?
«Il 4-3-3 o 4-2-3-1, basta far scalare un giocatore. Ma qui non conta il modulo, è la testa che dovrà fare la differenza».
La testa e le qualità dei singoli. Cosa si aspetta da Rosina?
«Ha le chiavi del suo futuro in mano e mezzi tecnici non comuni. Dovrà presentarsi in ritiro come se per lui l’esperienza al Toro cominciasse in quel momento».
E i malumori di Di Michele?
«Ho sentito che si sarebbe lamentato con il suo procuratore perché non sente la mia completa fiducia. Io non conosco nemmeno il nome del suo manager, non so da quanti anni sia nel calcio. A David dico solo che ha il mio numero di cellulare, se vuole parlarmi mi chiami».
Dovrà valorizzare anche i giovani granata. Così, almeno, chiede Cairo.
«Di ragazzi giovani e forti ne abbiamo, quest’anno scommetto sull’esplosione di Rubin».
Proviamo a scrivere in anticipo la classifica finale del prossimo campionato. Il Torino arriverà…
«Sia chiara una cosa una volta per tutte. Noi dobbiamo ricordarci da dove veniamo. Davanti a noi ci sono le grandissime, poi le grandi e tutti quei club che possono investire e stanno investendo come Samp, Palermo, Napoli e Genoa. Dietro, ci siamo noi, una società che dovrà giocare per restare in serie A. Magari con un finale più rassicurante anche se salvarsi sarà ancora più difficile visto il valore delle tre neopromosse».
Niente sogni Uefa, dunque?
«Se sento parlare di Uefa prendo il fucile a pallettoni e faccio centro perché vuol dire che non abbiamo capito niente. Il Torino, oggi, manca di appeal sul mercato perché ti rendi appetibile con i risultati, e i risultati arrivano con il tempo».
De Biasi-Cairo, è la storia di un rapporto spesso in altalena.
«Qualcosa è cambiato, sento un’aria nuova. Il presidente è diverso, sa fare autocritica e valutare le persone. Se mangerò il panettone? Anche la colomba del prossimo anno…».
Fonte: La Stampa