L PUNTO MONDIALE / 4 De Biasi: “Al gol di Grosso sono caduto. Italia-Francia? Non sacrificherei un uomo su Zidane. Calciopoli: Richieste normali”.
“Dove ho visto la partita? Ero in un anfiteatro, qui, nel luogo dove sono in vacanza. Ci saranno state, come minimo, cinquecento persone. Quando Pirlo l’ha passata a Grosso ci siamo alzati tutti in piedi e nel momento in cui il pallone ha gonfiato la rete sono letteralmente scoppiato di gioia. Mi sono abbracciato con mia moglie e con gli amici a fianco. E sono caduto. Si, ho perso talmente l’autocontrollo che sono volato per terra, per fortuna di lato. Adesso, infatti, ho la gamba che mi fa un po’ male”.
Ride di gusto Gianni De Biasi, si autodefinisce un “pistola” innamorato di questa Nazionale, partita col freno a mano tirato e poi, con l’incedere delle gare, sempre più insistente nel trovare un varco aperto nei cuori della gente e del mister granata. Poi, tornando serio, il tecnico di Sarmede analizza la partita con i tedeschi, confida il modo in cui affronterebbe la Francia, e fornisce un pensiero sulle richieste del Procuratore Federale Palazzi nel processo di Calciopoli. E per finire svela un ‘idea, culmine di un sogno proteso nel futuro, per ora solo sfiorato ad occhi rigorosamente chiusi ma chissà che un giorno, magari, non possa trasformarsi in concreta realtà…
LE FINALI: “Nella mia vita ho potuto vedere quattro finali dell’Italia al Mondiale: Mexico ’70, Spagna ’82, Usa ’94 e quella di domenica. Nella prima avevo 14 anni, tornavo dal mare con la famiglia. I ricordi sono un po’ annebbiati, però la formazione è stampata nella mente: Albertosi, Burgnich ecc. Proprio quest’ultimo, poi, l’ho avuto come allenatore. Una bella persona.
L’urlo di Tardelli me lo ricordo come se fosse ieri, invece. Partita sottotono, la squadra italiana fu protagonista di una escalation incredibile. La vera sfida, a mio avviso, fu Italia-Brasile. La finale con la Germania fu più facile del previsto.
Al Mondiale ’94, nella finale di Pasadena, allego la figura di Roberto Baggio, che ho allenato ai tempi del Brescia. Roberto mi ha parlato di quei maledetti rigori e dell’incredibile umidità che sferzava la condizione fisica in campo”.
ANALOGIE CON IL 1982: “Molte. Non vorrei portare rogna ma davvero ho notato alcune affinità. Lo scandalo che coinvolse Paolo Rossi allora, e quello di proporzioni ben più grandi oggi. Un opinione pubblica avversa all’inizio e poi, mano a mano, preziosa alleata di vittoria in vittoria. E altre ancora, che non sto qui a narrare”.
LA PARTITA: “Gara meravigliosa. Dopo i due pali la sofferenza era altissima. Mi sembrava di essere parte in causa del match, mi sono sentito allenatore dell’Italia anch’io. Il cambio Perrotta-Del Piero l’avevo pronosticato già parecchi minuti addietro. Avrei sostituito prima della fine della gara Camoranesi, ancora lontano dai suoi massimi livelli, perché lo vedevo particolarmente nervoso ed a rischio di un secondo cartellino giallo. Abbiamo comunque giocato benissimo”.
ITALIA-FRANCIA: “No, non sacrificherei un uomo su Zidane. Non lo farei sicuramente perché snaturerei il gioco della squadra. Però attenzione: la Francia non è la Germania. E Zidane sta disputando una Coppa del Mondo pazzesca. Inoltre c’è Ribery, vera rivelazione della competizione. E poi hanno una diga centrale davanti alla difesa, formata da Makelele e Vieira, difficilissima da scardinare. Per noi sarà fondamentale sfruttare le fasce, concentrandoci su Abidal, il punto debole dei transalpini. A destra, infatti, Sagnol, copre molto bene e Ribery lo aiuta spesso nei raddoppi. Sul versante opposto, invece, Malouda, che gioca poco più avanti di Abidal, non possiede spiccate doti difensivistiche, e se Camoranesi e Zambrotta spingeranno a dovere, credo che da quella parte potremo trovare degli spazi interessanti”.
DE ROSSI: “Se lo prenderei in considerazione per la finale?. Non lo so. Queste sono valutazioni che può fare soltanto Lippi. Solo lui ha il polso dello spogliatoio e dello stato psicologico del calciatore. Un fatto è certo: De Rossi è freschissimo. Però bisogna vedere come reagisce: magari è caricatissimo dal fatto di aver terminato la squalifica e voler dimostrare a tutti i costi che lui non è quello della gomitata all’americano. Magari, però, è troppo esuberante e rischierebbe di commettere qualche altro atteggiamento sbagliato, oppure, all’opposto, potrebbe sentirsi schiacciato dal peso della pressione. E non bisogna sottovalutare le gerarchie create all’interno dello spogliatoio: chi ci ha portato in finale, credo ci tenga a giocare. Ripeto: solo Lippi può prendere una decisione in merito”.
PROCESSO CALCIOPOLI: “Alla luce di quanto è stato scritto dai giornali e detto dai principali media nazionali, credo che le richieste del procuratore Palazzi entrino nella logica della normalità. Mi auguro che si raggiunga, e presto, una sentenza che faccia giustizia. E spero sia equa per tutti”.
IL FUTURO: “La finale mondiale è una partita completamente diversa dalle altre. Credo provochi delle sensazioni impronunciabili. Se mi piacerebbe allenare una Nazionale? Beh, dico proprio di si. Chiudendo gli occhi, credo che allenare l’Italia sarebbe un sogno. E se non potessi lavorare con gli Azzurri, non mi dispiacerebbe rapportarmi con i giocatori brasiliani e dunque diventare c.t. della Selecao. Ma sto semplicemente sognando, eh…. A presto!”.
A cura di Federico Freni
Fonte: Federico Freni