GdB: ‘Potremmo chiudere il discorso’
Dopo la fondamentale vittoria ottenuta in corrispondenza del 4 Maggio, il Torino torna oggi a lavorare agli ordini di Gianni De Biasi, ma prima il tecnico ha incontrato i giornalisti presso la conference room del centro Sisport, dove ha risposto alle loro domande e ha trasmesso l’immagine di un gruppo maggiormente consapevole delle proprie possibilità. Finalmente. Il tecnico non ha messo le mani avanti, affermando che in caso di buoni risultati, domenica il suo Toro potrebbe “chiudere il discorso-salvezza”. De Biasi è entrato nel dettaglio dei singoli sul terminale della squadra: “Stellone è maturato, da quando l’ho trovato la prima volta. Con l’Inter secondo me ha fatto una partita strepitosa per lotta, per ardore, e anche domenica. Con la Roma invece non mi è piaciuto molto”. Relativamente alle condizioni di Diana, attendiamo lo sviluppo del pomeriggio di lavoro per averne notizie certe.
MOTIVAZIONI. A livello di testa, questa settimana il lavoro sarà meno sulla carica e più sulla tranquillità: “Si lavora comunque sulle motivazioni, ci si lavora lo stesso. Bisogna continuare su questa strada, che è strada maestra, sapendo che il nostro futuro è nelle nostre mani. Domenica ci attende una partita importantissima, a mio avviso la più importante di tutta la stagione: una partita che, se verrà fatta in un certo modo, potrebbe chiudere il discorso-salvezza. Certo, bisognerà vedere anche i risultati altrui per poter dire questo. Ma possiamo farcela”.
PIU’ FORTI. Il nuovo-vecchio condottiero granata vuole che i suoi siano consapevoli delle proprie qualità: “Se noi riusciremo a preparare una gara, una trasferta, contro una squadra che ha evidenti difficoltà, e saremo consci di questo, potremmo trarre forza da questi elementi. Non sarà una partita facile, ma potremmo sfruttare i problemi derivanti dalla pressione psicologica sull’avversaria. Il pareggio della passata stagione stette bene ad entrambe. Noi potremo fare risultato se sapremo cercare la vittoria senza fronzoli o ghiri-gori. Un pareggio sarebbe un risultato importante, altrochè. Gli arbitri del nostro campionato siamo noi. Abbiamo la possibilità di ottenere il nostro obiettivo”.
TRANQUILLITA’. Spesso assente in casa Toro, eppure necessaria per far sì che i calciatori possano esprimersi al meglio, come sa anche De Biasi: “Io guardo al Torino che ho avuto io alle mie dipendenze. E’ una squadra che ha indubbie qualità e può risolvere anche trasferte difficili. Chiaro, poi nessuno può rendere al meglio se in situazioni-limite, o se non gode della necessaria tranquillità. Questa stagione ne è esempio: troppe aspettative di rendimento, troppe pressioni, possono toglierla, la tranquillità. La partita col Napoli, come anche quella con l’Inter, sono positive soprattutto per i giocatori, soprattutto per loro stessi”.
TORO E TORO. Più forte questo Torino o quello della scorsa stagione? Il Mister sa che questa squadra ha dei valori superiori a quella passata: “Difficile paragonarle. Non conosco ancora abbastanza la vera natura di questo gruppo, non come conoscevo l’altro. Di sicuro c’è maggiore qualità. E’ un buon gruppo, condivido quanto detto da Di Loreto in merito al fatto che non necessita di rivoluzioni per fare bene in una nuova stagione. Ripeto, è una bella squadra. Poi magari ci possono essere problemi di ambientamento, che non sempre è immediato, o tante altre situazioni, che non permettono a un giocatore di esprimersi. Poi ci sono stati anche tanti infortuni che hanno condizionato il rendimento della squadra sotto la gestione tecnica precedente”.
MODELLI. L’allenatore tornato dalla Spagna potrebbe diventare vero “manager” della sua squadra, nel prossimo futuro. Interrogato a proposito di chi, tra le concorrenti, lo sorprende favorevolmente, ha le idee chiare e lucide: “Udinese e Sampdoria. Stanno facendo due stagioni splendide. Sono realtà ancora diverse dalla nostra: la Sampdoria è consolidata in Serie A ormai da anni. Poi quest’anno ha azzeccato l’inserimento di Cassano, che ha fatto fare un salto di qualità. L’Udinese è una realtà assoluta. Parliamo di una società che tre anni fa ha partecipato alla Champions League. Hanno tanti osservatori, e di conseguenza tanti giovani stranieri e non, che poi riescono anche a vendere bene”.
GIOVANI. “Se qualcuno dovesse dire che non faccio giocare i giovani, dovrebbe solo guardare indietro, ai miei trascorsi… “. Pungolato in merito all’argomento-ragazzi, il tecnico trevigiano è diretto: “Chiaro che si fa quel che si può, tenendo conto del contesto in cui si è chiamati ad operare. Questa è una piazza che non concede tempo, a differenza di Udine. Se i giovani sono giovani con qualità, li si fa giocare senz’altro, se l’Arsenal si traveste da Toro e viene a giocare qui a me va benissimo! Ma è difficile trovarli, perché chi li ha se li tiene; allora bisogna crescerseli, e poi inserirli, ma per questo ci vuole tempo. In Italia invece spesso si viene bocciati prima degli esami. Non puoi inventarti un settore giovanile da sera a mattina, un settore giovanile che sia produttivo”.
A Cura di
Alessandro Salvatico
Fonte: ToroNews