GDB, Ti presento Torino
Ciao Gianni, seppur con grave ritardo mi accingo a farti gli auguri di compleanno. Sono la bellezza di 52 anni, di cui ben tre vissuti sotto la Mole, anche se non in via continuativa.
Non ho potuto farteli il 16 Giugno, per causa di forze maggiori, mi perdoni, vero?
Volevo anche ringraziarti, perché ho avuto il piacere di leggere la tua intervista e ti assicuro che in questo estenuante periodo di silenzio e di sgradevoli panzane scritte dai soliti noti, mi hai subito rasserenata dalle grida manzoniane che nel Toro si susseguono a ritmo battente e che finiscono per creare disorientamento e ansia nei tifosi e nei giocatori. Visto che non ho potuto farteli di persona alla Sisport, ti voglio ringraziare anche per aver centrato nuovamente l’obiettivo preposto, ovvero l’ennesima salvezza al fotofinish…salvi per un’incollatura verrebbe da dire, anche se ad essere sincera con te, è giusto che questa vittoria sul campo, tu lo condivida in parti uguali con Walter Alfredo Novellino, soprattutto per la dedizione ed il lavoro svolto fino al momento del suo esonero.
Certo che dopo due esoneri ed altrettanto rientri in questi tre anni, ti avranno sicuramente accolto in ogni possibile ed impossibile modo, e ora faranno di tutto per mettersi sotto i Tuoi occhi e ahimè anche per tenerti sott’occhio. Anche se ultimamente sono sicura che hai potuto certamente apprezzarla, io voglio salutarti e farti gli auguri con una cartolina, con la speranza che susciti in Te una curiosità e un’emozione, sentimenti cari agli uomini di qualità.
Insomma, Ti presento Torino, che induce a sognare senza limiti, che insegna a pensare senza confini. Ti presento anche Superga, luogo intimo e segreto che dall’alto culla la città, e da dove si può respirare un’aura magica, di cui noto, con sommo piacere, non dimentichi mai di portarci la squadra e di farci le tue sgroppate in bici in segno di riconoscenza e di rispetto. Ma quell’aura magica resta lì, dove ogni desiderio può realizzarsi, dove ogni giorno ne impari di nuovi e più audaci.
Ecco quindi i Torinesi; inclini alla sensibilità sfrenata di chi fatica in una Natura incomparabilmente bella ed ostile, che ci costringe all’austerità per non perderci: per questo partiamo, per questo torniamo sempre senza perderci mai.
Anche tu non ne sei rimasto immune, vero?
Ma c’é ancora un posto di cui voglio parlarti; c’é un posto dove andiamo ad essere liberamente folli, dove amiamo ancora come da bambini, dove tutte le voci e le sensazioni, anche e soprattutto quelle passate, cantano concrete: il Fila.
Di Granata sono i panni dei Nostri feticci, sono sfumature onnipresenti della giornata. A Torino potrai custodire le Tue nostalgie e coltivarne di originali, bellissime: Ti accorgerai che tornare a casa, nell’amatissimo guscio di un Veneto altrettanto magico, porterà con sé un brano di malinconia. Si insinuerà nell’anima la droga degli odori e dei colori, dell’amore discretamente chiassoso, l’attesa di vittorie che dura per oltre 30 anni, fremente, iniqua, irreale. Epica. Potrai mangiare bene, dormire male, smarrire la Tua anima e trovarne pezzi sconosciuti, a Torino.
Potrai assaporare intensamente il “privilegio”, come qualche nobile saggio lo ha definito, di chi non vince mai abbastanza, perché aspira all’assoluto. Qui c’é ricchezza per l’uomo e per lo sportivo, ma sta giù nella miniera dura. Tu che sai leggere i segni, come i Principi di Serendip, vedi bene come sia ineluttabile essere qui con Noi, ma questa volta per restare definitivamente, insieme al tuo amico Mauro Pederzoli per non far sì che quel viavai di progetti e di montagna di carta alla fine partorisca solo topolini smarriti, ma per dar vita finalmente a qualcosa di concreto e visibile a tutti e per fare il capovoga di una barca antica, con almeno 1.500.000 galeotti del sogno. Tra serpenti mediatici e flutti di denaro, tra procuratori-piovra e insidie nascoste; alle prese con una ciurma viziata e svuotata, prodotto dei tempi, più che della propria volontà. E’ un mondo semplice, quindi assai complesso, contraddittorio e perciò vivo, stimolante. A Torino potrai ricordare e prospettare, cullato dal tempo e dal rispetto, dove i valori prevalenti sono quelli in cui Ti riconosci: il passato é presente, Vittorio Pozzo e Livio Berruti erano di casa, Cavour e Micca sono nati qui.
Il Calcio é nato qui. Ricordatene, o dimenticatene. Fa lo stesso. Auguri e benvenuto. Benvenuto soprattutto perché se c’é una sia pur infima possibilità di guadagnare il cielo ed un trofeo materialmente, concretamente in questi tempi, con questi cuori consumati ed assediati, essa riposa nelle Tue mani. Ti verrà il sospetto, spero presto, che tutto abbia avuto origine qui; per poi andare via e diffondersi, come gli Etruschi ( nobile sangue Blu aristocratico ), così come i Celti ( sangue Granata plebeo ), in un mix di cuori granata che sintetizzano le due anime di Torino e della squadra del Toro: la miseria, ovvero la parte popolare e la nobiltà, quella aristocratica
Storie di uomini che vanno, e si fanno grandi anelando il ritorno.
Caro Gianni, non é a Coney Island la felicità e la sofferenza, la speranza e la disillusione, ma è lì davanti a Te. Il peggio ed il meglio di ieri e di oggi. Se ti affacci capisci.
Ben tornato, buon lavoro. Qui troverai riservatezza, ma anche fratelli e sorelle che non sapevi di avere; esasperazione e perbenismo piccolo-borghese. Di fuoco e d’acqua. Tinto di Granata.
Qui Ti ameremo, qui ci amerai.
Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.
A cura di Fabiola Luciani
Fonte: Toronews