I granata battono il Napoli e vedono la salvezza
Salito in corsa sull’ultimo treno disponibile, Gianni De Biasi è ormai vicinissimo a compiere il secondo miracolo consecutivo. Ovvero salvare il Toro dalla retrocessione. Lo scorso anno ci riuscì alla penultima giornata con il Livorno. Ieri ha già messo un piede in un futuro che per lui significa anche contratto di altri due anni. I granata ormai sembran fuori pericolo, serve ancora una prova orgogliosa domenica proprio a Livorno, ovviamente con un occhio alle altre pericolanti.
Ma intanto dopo quattro sconfitte consecutive (7 in 9 partite), c’è stata la svolta che il signor GDB si attendeva. Niente di irresistibile e di memorabile, nessuna impresa di quelle da dedicare ai caduti di Superga che ieri sono stati commemorati prima della partita. Ma intanto questi tre punti muovono di nuovo la classifica e danno morale. Al momento dei ringraziamenti finali, un pensiero andrà dedicato anche al Napoli, che è venuto a giocare una partita tranquilla, cioè non a nervi tesi come era accaduto nella bolgia di Parma dove c’era in gioco un altro risultato importante. A confermare il clima disteso, una dichiarazione illuminante del tecnico napoletano Edy Reja, ex cuore Toro pure lui: «Mi spiace aver perso, ma se proprio dovevamo farlo, meglio che sia accaduto con il Toro. Ora spero che si salvi».
Il suo Napoli ha provato all’inizio a cancellare i sogni di vittoria dei De Biasi boys, ma la sua forza d’urto si è spenta dopo il tiro di Bogliacino che Sereni ha deviato con la solita sicurezza. Poi la macchina granata si è messa in moto. Non una fuoriserie, ma una di quelle utilitarie che non ti consentono di fare Milano-Roma in tre ore, ma che non ti lasciano neppure a piedi già dopo il casello di Melegnano. Insomma, il solito Toro pieno di paure e complessi, però deciso a uscirne con i tre punti in pugno. De Biasi ha tentato un lavaggio del cervello nel poco tempo che ha avuto a disposizione e a giudicare dal risultato di ieri qualcosa ha ottenuto. Anche sul piano tattico. Per esempio ha rivitalizzato Rosina che finalmente ha fatto il capitano, l’artista, e il goleador tutto in una volta (7 reti in totale, 4 su rigore).
Ha piazzato Corini davanti alla difesa e ha dato sicurezza alla squadra. Infine per la prima volta in tre partite da allenatore granata, ha mandato in campo Di Michele dal primo minuto. Una scelta azzeccata (vedi gol della vittoria). Peccato che David abbia poi fallito l’occasione del raddoppio (imitato da Stellone) e anche della definitiva tranquillità.
Sul gol del vantaggio del Toro l’ombra di un rigore non cristallino, ignorato dall’arbitro De Marco che l’ha concesso dopo che nell’auricolare è gracchiata la voce dell’assistente Alessandroni che gli diceva di aver visto tutto lui. Forse si è trattato di un doppio abbaglio, ma intanto Rosina ha piazzato la palla nel modo migliore. Napoli, ovviamente, furente. Il dg Marino: «Anche all’andata con il Toro Trefoloni ci dette contro un rigore fasullo. Il fallo se c’era, comunque, era fuori area». Al San Paolo i rigori inventati furono due per la precisione e la par condicio. Quello di ieri non è neppure dei peggiori visti quest’anno. In ogni caso il Napoli con Contini era riuscito a riportare il risultato in parità, resistendo però soltanto tre minuti prima di farsi superare da Di Michele. Ma non ha lasciato via libera ai granata, ha avuto una reazione sul crepuscolo della sfida. Nulla di clamoroso, ma è bastato perché il popolo granata si sentisse di nuovo in balia degli eventi. Invece è finita nel modo migliore.
Fonte: La Stampa web