De Biasi in cattedra: ecco i segreti del gioco di squadra IERI MATTINA ALL’UNIVERSITA’ CATTOLICA
Un Gianni De Biasi in versione “prof” non l’avevamo ancora visto. È successo ieri mattina, nella sala videoconferenze della Cattolica in città, in occasione di una lezione dal titolo: « Il gioco di squadra secondo De Biasi». L’allenatore del Brescia Calcio era “l’invitato speciale” al corso di Organizzazione aziendale e gestione del personale, tenuto dal prof. Domenico Bodega per la laurea in Attività turistiche dell’Università Cattolica. Che c’entra De Biasi con l’organizzazione aziendale? Presto detto. L’obiettivo del corso è infatti quello di formare i futuri operatori di aziende o società di servizi nei settori turistico e culturale, professioni che richiedono, come dice la stessa locandina di presentazione, « un’elevata attenzione e qualità nelle relazioni interpersonali, una spiccata propensione al lavoro di gruppo e una costante motivazione verso i risultati ». Vien da sè: chi meglio di un mister di una squadra professionistica può spiegare ai ragazzi il significato di termini come “lavoro di gruppo” o “motivazione ai risultati”? Da qui l’idea di far salire in cattedra il tecnico trevigiano, con l’obiettivo dichiarato di aiutare gli studenti a comprendere le strategie che sono alla base della costruzione del gioco di squadra, strumento imprescindibile per la positiva realizzazione di un progetto. Sia esso un progetto aziendale o, come nel caso del “manager” De Biasi, la salvezza del suo Brescia. Si diverte, De Biasi. Sembra addirittura a suo agio su quella cattedra, abituato com’è alla panchina. Sorride, scherza, sembra rilassato, nonostante nemmeno per un istante si dimentichi che domenica c’è l’Empoli, per molti la partita dell’anno. Racconta di sè, della sua infanzia, simile a tutte quelle del N ord-Est, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Infanzie in cui, come dice il mister, «ci si abituava alla svelta a capire che senza l’impegno e l’abnegazione non si possono raggiungere grandi risultati». Già, impegno e abnegazione. Ma anche motivazione. De Biasi rispete spesso questo termine, quasi volesse restasse ben impresso nella mente degli studenti. Perché «senza motivazione un giocatore, per bravo che sia, diventa assolutamente inutile ai fini della squadra. È per questo che sono convinto che tra i doveri del bravo allenatore ci sia proprio quello di dare la giusta motivazione ai giocatori, affinché non si sentano mai arrivati al top». Il mister accenna poi all’analogia tra il manager aziendale e l’allenatore di calcio. «Il ruolo del mister è molto simile a quello di un manager. Deve lavorare affinché la squadra giri nel modo migliore, ottimizzando le capacità di ogni individuo, per raggiungere l’obiettvo comune ». Individua poi tre punti fondamentali per la costruzione di una squadra: obiettivo chiaro, gioco ben delineato e condivisione delle finalità con tutti i “giocatori”. Al termine della lezione De Biasi si è concesso alle domande degli studenti, alcuni dei quali hanno assistito alla conferenza tramite videoschermo dai centri di cultura di Cemmo, Sarzana e Ragusa.
Fonte: Carlos Passerini