De Biasi: rivoglio il mio Toro
Nessun rimpianto per la mia ex squadra, mi hanno voltato le spalle
Gianni De Biasi batte il pugno sul tavolo. Volano i fogli per terra, attorno il silenzio è assoluto. Lui non sogna, è convinto di ciò che sta facendo la sua squadra: «Se giochiamo da Toro nessuno ci sta dietro, nemmeno il Brescia, io parlo con i fatti non con le chiacchiere. Siamo il Toro, capito? Siamo il Toro». E giù il pugno sul tavolo con i microfoni che rimangono penzoloni.
E’ chiaro che per De Biasi questa Toro-Brescia non è come tutte le altre partite, ma si sforza di non dirlo, anzi, dice il contrario: «Per il Toro è una partita come tutte le altre, così come per De Biasi è una partita come tutte le altre, che questo sia chiaro». Non lo ammetterà mai, ma vorrebbe inviare qualche messaggio a chi sparla di lui, a chi non appena ha lasciato Brescia lo ha tradito, come uomo, non come tecnico. E infatti De Biasi non può trattenersi e dice: «Vorrei salutare volentieri Di Biagio ma non ci sarà perchè è squalificato. Stringerò la mano a uomini veri come Milanetto e Stankevicius. Altri no, non se lo meritano per ciò che hanno fatto. E pensare che li ho presi in serie C e li ho portati a San Siro e all’Olimpico, dunque dovebbero ringraziarmi per tutta la loro vita, perchè se non era per me la serie A non l’avrebbero mai vista. Comunque basta, non voglio più parlare di questa storia, finita l’8 febbraio scorso con il mio esonero».
Ma nonostante il suo allontanamento il Brescia è retrocesso ugualmente e De Biasi vuole puntualizzare: «Il mio rapporto con il Brescia si è chiuso l’8 di febbraio, l’unico fatto certo è che il Brescia è retrocesso e io non c’ero più, perchè quando c’ero io ci siamo salvati e non andavamo così male, questo è alla luce del sole, sono i fatti che parlano».
E a proposito di fatti ecco che De Biasi raccoglie i fogli sparsi sul tavolo e comincia a ripercorrere il percorso della sua squadra: «Ho suddiviso il nostro cammino in due parti, le prime dieci partite e le altre nove. La media punti della prima fase è di 1,9 in quanto abbiamo fatto 19 punti in dieci partite. Nella seconda la media è di 1,77 punti a partita, dunque la proiezione ci porterebbe ad un punteggio finale di 77,3 punti, roba da fantascienza per noi, visto che il Genoa è andato in serie A con 76 punti».
Ma non finisce qui, perchè De Biasi potrebbe addirittura migliorare questa strepitosa media: «Vincendo contro il Brescia e contro la Cremonese, migliorerebbe il nostro score, così come la nostra media punti e con un bel balzo in avanti arriveremmo ad un punteggio di 79 punti. Ecco perchè non c’entra nè il Brescia, nè tantomeno il mio passato, dobbiamo vincere e basta e poi ripeterci martedì a Cremona. Sia ben chiaro, non dimentichiamo Avellino e Rimini, perchè abbiamo perso anche per colpa nostra, ma guardiamo avanti, siamo il Toro». E ancora uno scatto rabbioso che conferma le parole che Milanetto ha pronunciato in questi giorni a proposito del suo ex allenatore: «Quando preparava le partite ci caricava a tal punto che i nostri occhi diventavano di fuoco, un grande motivatore». E infatti gli occhi di De Biasi erano iunfuocati quando ripeteva «dobbiamo vincere perchè noi siamo il Toro, giochiamo da Toro e amiamo il Toro».
Anche la rifinitura è stata curata nei minimi particolari. Solo un attimo di pausa quando Doudou ha abbandonato il campo per un colpo subito su una vecchia contusione e infatti il centrale difensivo rimarrà in dubbio fino a all’ultimo, l’alternativa è Orfei, ma De Biasi conta di recuperarlo. Tutto bene, invece, per Ardito che anche ieri si è sottoposto prima della rifinitura ad un’ecografia che non ha riscontrato alcun problema al polpaccio destro. La formazione è dunque decisa: difesa a quattro davanti a Taibi formata da Martinelli e Balestri esterni con Brevi e Doudou (o Orfei) centrali, a centrocampo Rosina occuperà la fascia destra e Fantini quella opposta con Ardito e Edusei in mezzo, quindi Stellone e Muzzi in attacco.
Fonte: La Stampa