Il Terzo Miracolo di GDB

SalvezzA! In una partita surreale, pesantemente condizionata dai fattori esterni più disparati (arbitro, pubblico, risultati degli altri campi), il Torino di Gianni De Biasi ha strappato per la seconda volta consecutiva la salvezza con una giornata di anticipo.

L’incubo è finito, signori. L’ennesima stagione da colabrodo, fallimentare ad un certo punto del cammino a dispetto delle aspettative iniziali, si è conclusa a lieto fine.

Fonte: Federico Freni
Nel clima di generale tranquillità ritrovata, un individuo va applaudito con maggior intensità. Un protagonista rivendica le lodi che si merita. Si chiama Gianni De Biasi ed è l’uomo dei Miracoli granata.

Un allenatore – cari tifosi – capace di centrare sempre gli obiettivi richiesti, sebbene le difficoltà di tempo, di conoscenza reciproca con gli atleti e di condizione psicofisica disastrosa a livello generale. Ha avuto cinque partite a disposizione, il tecnico del Torino, con un obiettivo soltanto: vincere contro Napoli e Livorno. Ebbene, mister Toro (è doveroso chiamarlo così) ha colpito ancora una volta nel segno, accumulando sei punti nelle gare in cui si doveva raggiungere la matematica salvezza, elargendo l’ennesimo regalo ai tifosi granata che negli ultimi anni hanno potuto esultare soltanto quando in panchina si è seduto lui.

Il gioco del calcio è difficile da comprendere perché non sempre si basa sulla pura logica. Chi scrive non considera Novellino un cattivo allenatore, anzi, ma lo ritiene pessimo per la piazza torinese. La città granata è un ambiente difficile, caldo e passionale ma profondamente esigente. Un ambiente in cui soltanto pochissime persone, determinate, preparate e particolari, riescono a cogliere i frutti del proprio lavoro, esaltate dai fatti e cioè dai risultati positivi.

Nel Torino, in sintesi, ci vogliono allenatori da Toro. Può sembrare un discorso di facciata e figlio della solita atavica retorica ma la storia del calcio palesa questa straordinaria necessità. Solo con facce da Toro in panchina, la squadra si alza, soffre, vince e raccoglie. In tre anni, il signor faccia da Toro, Gianni De Biasi, non ha mai fallito un obiettivo. Nessuno.

Obbligato a fare continuamente di necessità virtù, fabbricando vittorie e successi con “la legna che si è sempre ritrovato in casa a dispetto delle sue volontà”, De Biasi ha costruito fatti, lasciando agli altri il cerino delle chiacchiere inutili.

Il futuro, la progettazione e la pianificazione dei prossimi anni – come giustamente ha dichiarato il presidente Cairo – dovrà ricominciare da questo ragioniere cinquantenne di Conegliano Veneto, pragmatico e razionale sul lavoro quanto passionale, onesto e generoso nella quotidianità della vita.

Gianni De Biasi è l’allenatore su cui il Toro deve approntare il proprio futuro. Senza rivoluzioni o restaurazioni di sorta. Quando il presidente Cairo parla di progetto da non buttare via, non sbaglia. Possono cambiare alcune figure, possono essere sostituiti alcuni uomini di comando ma questo “disegno”, nato lo scorso anno e rafforzato con l’ingaggio del nuovo tecnico, potrà essere lievemente modificato, migliorato e aggiustato ma certamente non scaricato.

Ora dal campo si passerà alle scrivanie. Al calcio parlato, acquistato e trasferito. Alle riunioni tecniche, alle gestioni amministrative ed ai consuntivi 2007/2008.
E dunque, Buon Lavoro Presidente e Buon Lavoro caro Mister. In voi è riposta la massima e doverosa fiducia di una tifoseria piena d’amore.