De Biasi: “Avevo detto che era meglio non illudersi”
La sconfitta più pesante dell’era-Cairo, l’incubo retrocessione che si riavvicina tre punti più sotto, una squadra disintegrata da una Fiorentina in grandissima salute. E’ pessimo il bilancio della prima trasferta del De Biasi-bis. Eppure i motivi per recriminare il Toro li trova lo stesso. Legittimi. Con i giocatori ancora in silenzio-stampa, a esporli sono allenatore e presidente. Dice Gianni De Biasi: «Il 2° gol era da annullare. Lamentarsi dopo aver perso 5-1 può fare ridere, ma il fallo di Toni su Franceschini era evidente. Gliel’ho detto al 4° uomo: guardatevelo in televisione e mi direte se non avevo ragione…». «Dà sempre fastidio andare in svantaggio a causa di un gol irregolare», aggiunge Urbano Cairo.
Esaurite le colpe esterne, l’altro motivo di amarezza è dato dai peccati propri, di un Toro ancora lontano dall’essere guarito dai suoi difetti storici. «Per mezz’ora abbiamo fatto la partita studiata a tavolino. Intelligente: coprire e ripartire. Abbiamo segnato un gol e con Lazetic avremmo persino potuto andare sul 2-0. Ecco, sono queste le occasioni che dobbiamo imparare a non sciupare. Essere più cinici, ancora più determinati». Perché poi, quando si ha di fronte una squadra come la Fiorentina, il castigo è sempre dietro l’angolo. Ieri è arrivato immediatamente: uno-due, con polemiche, e partita poi di fatto chiusa dall’autogol di Franceschini a inizio ripresa.
«La differenza fra noi e loro la esprime tutta la classifica: se non contiamo la penalizzazione, la Fiorentina ha esattamente il doppio dei nostri punti – annota De Biasi -. Però, per come è maturato, questo 5-1 stona». Il rischio è che possa costituire nuova zavorra per una squadra che si era appena risollevata dopo 6 ko di fila. «No – assicura il tecnico granata -. Perdere 1-0, 2-0 o 5-1 non cambia granché. L’importante è reagire subito, non farsi prendere dal pessimismo: le situazioni si risolvono dandoci dentro e rimanendo uniti. L’importante è restare squadra, evitare di sfilacciarci come abbiamo fatto dopo il 3-1, prendendo gol su palloni inattivi che con un po’ più di attenzione non avremmo incassato».
Il finale in caduta libera ha sconcertato anche Cairo: «Brutto secondo tempo, squadra disattenta. C’è ancora molto da lavorare, da migliorare per mantenere sempre alta la concentrazione, per essere lucidi e freddi nei momenti che contano. Testa bassa e pedalare, più che mai adesso. I tre punti sulla terz’ultima? E’ giusto essere preoccupati». De Biasi lo è: «Anche dopo aver battuto mercoledì il Cagliari avevo detto che non era proprio il caso di illudersi. Mancano 12 partite e ci sarà da lottare duramente fino in fondo per centrare questa agognata salvezza». Provando a fare punti nelle sfide più abbordabili di questa. Come paiono le prossime del trittico siciliano Catania-Messina-Palermo. Il Toro le affronterà sfoderando il secondo peggior attacco del campionato. Con Abbruscato sempre troppo tenero, con Muzzi retrocesso in tribuna e incupito al fianco di Cairo, con Konan rientrato ieri dopo 5 mesi e mezzo, con Oguro ancora spaesato, con Stellone fuori da 2 partite per colpa di un polpaccio. De Biasi, sinceramente, quanto le servirebbe il pelato romano, adesso? Risposta da interpretare: «Tutti quelli che hanno voglia di salire sulla barca per remare verso la salvezza sono importanti».
Fonte: La Stampa