La chiave nel cuore di GDB

Il ritorno dell’uomo-promozione ha rianimato una squadra che pareva condannata
La chiave nel cuore di GDB.
Al Toro lo chiamano così, con la sigla. Lui, Gianni De Biasi, frena: «Non siamo salvi»
Il tecnico ha trasmesso al gruppo la sua grinta e ristabilito poche ma chiare linee tattiche. «Ho temuto che i troppi sprechi del primo tempo alla fine li avremmo pagati» «E’presto per dirsi tranquilli, dopo la sosta torneremo in campo ancora più carichi.
Una vittoria costruita da tutti. Che bravi i subentrati: De Ascentis, Barone e Stellone»

Gianni De Bia­si, uomo della provvidenza granata: quello del ( ri) veni, vidi, vici. Tre su quattro, quantomeno, le vittorie. E poco importa se di mezzo c’è stata una scoppola epica contro la Fiorentina. Anzi, se possibile quell’ 1- 5 confe­risce ancor più valore to­gliendo a questo filotto – ro­ba da 2,25 punti a partita ­ la qualifica di estempora­neo e casuale, attribuendo­gli un valore aggiunto che deriva dal saper uscire an­che dalle difficoltà. E inol­tre, sempre quell’ 1- 5, pone l’accento sulle ormai pro­verbiali, in ambiente gra­nata, doti di motivatore di mister “ GDB”, come lo chia­mano tifosi e addetti ai la­vori.
Ieri, a Messina, il punto più alto d’una escalation ( metamorfosi kafkiana alla rovescia, di un Toro prima schiacciato a mo’ di scara­faggio, ora burocraticamen­te preciso e compassato, lu­cido). Un successo incontro­vertibile dal punto di vista tecnico e tattico che suona infatti quale capolavoro de­biasiano, summa di tutta una serie di problemi risol­ti, obiettivi raggiunti e tabù sfatati: dal primo successo esterno del 2007, alla ritro­vata vena realizzativa degli attaccanti, alla confermata oliatura dei meccanismi di­fensivi. Ora, insomma, gra­zie all’inversione di rotta in ambito tecnico ( leggi « ba­gno d’umiltà » del presiden­te Urbano Cairo) il Torino è riuscito a sollevarsi da quei bassifondi salmastri in cui s’era cacciato e si ritro­va ore in una posizione ra­gionevolmente tranquilla, tale da giustificare un prin­cipio di lungimirante pro­grammazione in chiave fu­tura. Nel dopo partita, in­fatti, le lodi che Cairo in­tesse verso il suo allenator prodigo sono più che lusin­ghiere, e si concretizzano in una chiara riconferma.
Il mister ci va cauto, però. Per carità: la famosa espe­rienza che insegna. « Che questa vittoria valga la ri­conferma, dite? Sincera­mente non lo so, ma nean­che mi pongo il problema. Anzi. L’unica cosa che mi preme, adesso, è conquista­re la salvezza. Una volta raggiunta quella, allora, ne riparleremo » . Quel che è certo, però, è che il rappor­to tra i due sembra davvero rinsaldato. « Come tra fi­danzati, no? Capita di la­sciarsi, ci si riprende e va tutto che è una meravi­glia » .
Una meraviglia, infatti, è la prestazione offerta ieri dal Torino. Mai così brillan­te finora. « Abbiamo davve­ro disputato una buona ga­ra, del resto siamo venuti a Messina con l’idea di gio­carcela ed è quello che sia­mo riusciti a fare. Ottima partenza, aggressiva. E’ ve­ro che abbiamo corso uno o due rischi, minimi, nei pri­mi minuti ma è anche vero che dopo mezz’ora avrem­mo potuto essere 3- 0 per noi. Anzi, forse è proprio questo l’aspetto che più mi destava qualche preoccupa­zione: di solito se sprechi tanto poi vieni punito… In­vece no, pure nella ripresa siamo scesi in campo con il piglio giusto. Abbiamo gio­cato da squadra, abbiamo vinto, abbiamo segnato… » .
Segnato, peraltro, col so­lito
Rosina ma anche con i redivivi Roberto Muzzi e Roberto Stellone. « Due at­taccanti, appunto: alla fac­cia di quella che ormai pa­reva essere una maledizio­ne. Sono contento per Muz­zi, sono contento per Stello­ne ( in questo campionato le punte granata non erano mai andate a segno in tra­sferta; ndr). Spiace che an­che Abbruscato non possa festeggiare una gioia perso­nale, ma è fuori discussio­ne che il suo apporto sia stato preziosissimo: il pri­mo gol, ad esempio, è nato proprio da una sua conclu­sione. Abbiate fede, arri­verà pure il suo momento » . Posto, ovviamente, che non sia oscurato da uno Stello­ne davvero splendente. An­che se in tal senso De Biasi è subito pronto a chiarire: « Il confronto con Stellone potrà essergli soltanto d’aiuto. Stiamo lavorando proprio per questo: per far sì che si vada avanti con una sana concorrenza, co­struttiva. E questo vale per tutti: pretendo una squadra in cui si pensi al risultato, e non solo al numero di mi­nuti giocati singolarmente. Direi che ci stiamo riuscen­do: tutti quelli che sono en­trati in campo hanno fatto bene, si sono calati perfet­tamente nella parte. Guar­date
De Ascentis, ad esempio. Eppoi Barone. In lui io credo moltissimo: di­rei che ha incamminato la strada giusta. Contro il Messina ha avuto degli ot­timi spunti. Va capito, va aiutato: io sto facendo il possibile per dargli una mano. A lui, come a tutti quelli che sono stati fuori ultimamente. La sosta tor­nerà utile anche per questo, oltre che per tirare un po’ il fiato e per perfezionare cer­ti automatismi. Poi torne­remo in campo ancora più carichi: perché è presto per dirsi tranquilli. Fino a 32 punti, fino al Catania, sia­mo tutti tirati in ballo » . Ma per ora, anche grazie alla sosta, è tempo di godersi una sacrosanta, rilassante vittoria. Pure questa con dedica, dal cuore e in diret­ta tv, verso un giovane ami­co: « Andrea, è per te »

A cura di
Fabio Riva
(pag.3 di TuttoSport.com del 19/03/07)

Fonte: TuttoSport