« Squadra irriconoscibile»
L’allenatore è furibondo per la disfatta, ma non teme un crollo psicologico
De Biasi: «A un certo punto ci siamo sfilacciati, non è così che ci si salva»
C’è comunque ottimismo per il futuro: «La Fiorentina è di un altro campionato, non mi lascio condizionare. Penso già al Catania, è con loro che dobbiamo prendere punti…»
Ci sono state sconfitte molto più imbarazzanti e vergognose, per il Torino cairota in serie A, ma il paradosso è che alla fine il punteggio avrebbe potuto assumere proporzioni persino più mortificanti del 5- 1. Sarebbe bastato che Abbiati non avesse respinto il rigore di Mutu, o più volte non avesse messo l’ultima, decisiva, pezza a rammendare la sua difesa sbrindellata, pure al cospetto di una Fiorentina che dopo l’autogol di Franceschini del 3 1, ad inizio ripresa, aveva scalato di almeno due marce la velocità del suo motore. Il problema è che alla distanza il Toro è crollato come quei ciclisti senza gamba in salita: la resa è stata pietosa, roba da interrompere il silenzio stampa almeno per chiedere scusa ai tifosi. L’unico che ha avuto tale moto di lucidità e di pudore, fors’anche di personalità e di coraggio, è stato Balestri, al cospetto di due sostenitori pugliesi. Gli altri si sono astenuti anche dal parlare, ombre silenziose sull’orlo di una crisi di nervi. Forse è per questo che il pedagogo De Biasi non ha calcato la mano, dopo la partita: infierire sarebbe stato ancora peggio. Il Toro è una squadra depressa e impaurita, sempre più tremolante e ballerina al cospetto di una classifica che di giornata in giornata ha praticamente eroso tutto il capitale accumulato negli ultimi mesi del 2006. « E’ normale che non si potesse avere un grandissimo morale avendo raccolto un punto nelle ultime otto giornate, prima di battere il Cagliari, mercoledì. Sapevo da solo che quel successo non avrebbe risolto tutti i nostri problemi, e se vogliamo dirla tutta non è a Firenze che dobbiamo conquistare i punti che ci servono per la salvezza. C’è modo e modo di perdere, ok: gli ultimi due gol di Gamberini non mi sono piaciuti, ci siamo sfilacciati, non siamo più stati squadra. Questo non va bene, perché per tirarci fuori da questa situazione servono l’unità del gruppo e la compattezza tra i reparti. Detto questo, perdere 1- 0 o 5- 1 in definitiva per me è la stessa cosa: non credo che un punteggio così severo determinerà pure un contraccolpo psicologico. Sono altri gli aspetti su cui lavorerò » . Intanto la condizione: perché la squadra corre, ok; ma se l’avversario cambia il passo, fatalmente arranca. Poi la lucidità: ottimo l’approccio alla partita, non a caso per la seconda volta consecutiva il Toro ha segnato nel primo tempo, stavolta persino dopo solo un quarto d’ora: non era mai successo, in questa stagione. Poi però il pareggio è stato un grazioso omaggio, addirittura offerto in contropiede; il 2- 1 un regalo dell’arbitro; il 3- 1 un’autorete; il 4- 1 e il 5- 1 due colossali sciocchezze, da calcio d’angolo, di cui ha beneficiato un difensore, Gamberini, che prima di conoscere questo Toro non aveva mai trovato la via del gol. Infine il morale. « Dobbiamo essere più cinici – ha ammesso il tecnico granata -. Anche noi abbiamo avuto tre occasioni, nel primo tempo:
Rosina ha segnato, Lazetic e Franceschini avrebbero potuto fare altrettanto. L’arbitro non mi ha convinto, l’ho detto al quarto uomo già in campo: il secondo gol di Toni era da annullare, dopodiché non mi attacco a questi alibi. Certo non si può negare che se avessimo chiuso il primo tempo sull’ 1- 1, dal punto di vista tattico e psicologico la partita non sarebbe stata la stessa, dopo l’intervallo. Ciò rilevato, giù il cappello di fronte alla Fiorentina: viaggia a velocità superiore, d’altro canto senza penalizzazione avrebbe il doppio dei nostri punti. I valori in campo sono questi e si sono visti tutti » .
Dinanzi a una situazione di disarmante impotenza, con il Messina ( avversario tra due turni, in Sicilia) ormai a due sole lunghezze e pure con un ritrovato Riganò che fa gol, De Biasi intraprende ugualmente la strada dell’ottimismo. « Essere pessimisti non serve e sopprattutto non aiuta. Conosciamo la nostra realtà, dobbiamo affrontare le difficoltà consapevoli di poterne uscire. Il nostro campionato è questo: si vince e si perde, cerchiamo di perderne il meno possibile, d’ora in poi. Sono preoccupato solo quando la squadra si smarrisce, com’è successo nel finale: solo restando sempre uniti possiamo celare le nostre carenze » . Sipario sui giocatori. « Di Stellone valuterò le condizioni alla ripresa della preparazione ( domani, ndr).
Rosina e Bovo li ho fatti uscire per preservarli da infortuni: sabato avremo una gara molto importante, già ci mancherà Franceschini, per squalifica. Abbiamo ritrovato Konan, è un giocatore recuperato, ma va aiutato. Comotto in difficoltà? Non giudicate solo i miei, guardate anche gli avversari. Pasqual è un laterale da nazionale, bisogna saper riconoscere meriti anche agli avversari. La Fiorentina è di un altro campionbato, non facciamoci condizionare da questa sconfitta. Restiamo uniti e prepariamo bene la sfida in casa contro il Catania: sono quelle le nostre partite, quelle le sfide da capitalizzare per ottenere un’altra spinta verso la salvezza »
A cura di
Piero Venera
(www.tuttosport.com a pag.11)
Fonte: TuttoSport
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